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EdgeRank: come funziona la visibilità dei post su Facebook
Quello di raggiungere con i propri post quante più persone possibili e quindi il massimo della visibilità online, è uno degli obiettivi primari per chi utilizza, soprattutto per lavoro, Facebook.
Questo porta inevitabilmente a chiedersi come fare, e se un criterio per “entrare nelle grazie” del social network più utilizzato della rete esiste o è tutto lasciato al caso.
La risposta è sì. Facebook a partire dal 2010 ha ufficializzato un proprio algoritmo in base al quale assegna un valore (EdgeRank) ad ogni post, che a seconda di determinati parametri comparirà o meno sulle home dei fan di una Pagina o degli amici di un profilo, influenzando la cosiddetta reach, ossia la portata dei propri post.
Nel corso degli anni l’algoritmo ha subito numerosi cambiamenti, esaminiamoli insieme e scopriamo come funziona l’EdgeRank al giorno d’oggi.
Cos’è l’EdgeRank e come si misura
Secondo le statistiche, gli utenti di Facebook passano il 40% del loro tempo nel News Feed (lett. “flusso di notizie”), ovvero la cosiddetta Home, quello spazio che include gli aggiornamenti degli amici e delle Pagine alle quali si è iscritti. Un tempo che tendenzialmente continuerà a crescere con l’aumento degli accessi al social network da mobile.
Quando nel 2009 Facebook ha introdotto il News Feed, tutti i post degli amici di un profilo comparivano indistintamente nella sua home. Man mano che però la popolazione del social è aumentata, si è sentito il bisogno di fare una selezione dei post, che oltre che manuale, è stata decisa direttamente da Facebook a seconda di specifici parametri.
La vecchia formula, introdotta appunto dopo circa un anno, e presentata ufficialmente il 21 aprile 2010 durante l’F8 (l’annuale conferenza tenuta da Facebook per i suoi sviluppatori) a San Francisco, si basava sui seguenti criteri e dipendeva da tre fattori:
- affinità (U): si basa sulla percentuale di vicinanza che c’è tra la persona che ha creato il post e i suoi amici, tenendo conto della frequenza con cui si interagisce, il numero degli amici in comune, le preferenze comuni espresse sul social nel corso del tempo (con like a determinate pagine, iscrizioni a gruppi specifici, ecc.);
- peso (W): quanto più è alta l’interazione con un post (like, commenti, condivisioni), tanto più Facebook lo considera ‘pesante’ e degno di comparire in cima al news feed altrui;
- tempo (D): la rete sociale predilige nuovi contenuti, dunque dopo un po’ di tempo quelli pubblicati diventano obsoleti. Ma si basa anche sulla ‘durata nel tempo’ di un post. Con like dopo diversi giorni il suo valore cresce.
Questo metodo oggi non esiste più. Al suo posto un algoritmo perfezionato, molto più complesso, che prende in considerazione centinaia di fattori, pochi dei quali resi pubblici. I tre fattori iniziali continuano comunque ad esistere e ad essere considerati importanti all’interno del mix, sempre nell’ottica di voler dare più spazio ai contenuti che reputa migliori per i propri utenti e migliorare la propria esperienza sul social.
Per far ciò, Facebook tiene in considerazione anche la natura dell’aggiornamento o dell’azione eseguita da un utente sul sociale. Questo perché considera l’“edge”, come una sorta di “vantaggio” che un contenuto può dare all’utente.
In ordine di importanza i contenuti si classificano così:
- video
- foto
- link
- aggiornamenti di stato
Mentre le azioni affettuate:
- condivisioni (e per i video anche visualizzazioni)
- commenti
- ‘mi piace’
- clic sui post
In questo concetto il News Feed non è quindi solo un semplice raccoglitore di notizie, ma un insieme dei più importanti “edge” determinati dall’algoritmo di Facebook. Questo perché il News Feed personale sia popolato di contenuti indubbiamente di qualità ma sicuramente pertinenti ai gusti espressi da ognuno.
L’ultimo aggiornamento dell’EdgeRank e le Pagine fan
Per l’ultimo aggiornamento in ordine cronologico, Facebook si è basato su un sondaggio fatto ai propri utenti, i cui risultati hanno evidenziato che ad essere percepiti come pubblicità siano i contenuti delle Pagine (soprattutto i post promozionali) che seguono piuttosto che i post delle campagne Facebook, un flusso di contenuti quindi assolutamente organico e slegato dal concetto di promozione.
In base a ciò Facebook ha quindi modificato il valore da dare a questo tipo di contenuti, puntando alla qualità e non alla pubblicità spicciola, con conseguenze però sicuramente svantaggiose per i proprietari di pagine, i cui aggiornamenti, avendo quindi un ‘peso’ minore’ sono quasi scomparsi dai News Feed degli utenti.
L’intento di Facebook era quindi “nobile”: scovare e limitare i post promozionali (link o foto non in linea con la pagina soprattutto) e garantire all’utente un News Feed più vicino ai propri gusti ed esigenze. Ma l’effetto, soprattutto per chi utilizza le proprie Pagine per lavoro, non è stato affatto vantaggioso, si è infatti assistito ad una sostanziale diminuzione del reach, che ha di fatto “costretto” i proprietari delle Pagine a promuovere i propri contenuti secondo le regole del social, attivando campagne pubblicitarie su Facebook o quantomeno a modificare lo stile dei propri post e dei propri contenuti.
Avere molti like su una Pagina non è infatti (più) sinonimo di avere un pubblico ampio a cui rivolgersi. Bisogna invece puntare ad un pubblico anche più ristretto ma potenzialmente più coinvolto.
Ecco un video che riassume al meglio quanto detto sull’EdgeRank di Facebook:
Come rendere più visibile un post su Facebook
La formula perfetta per aumentare l’EdgeRank dei propri post non esiste, ma nonostante ciò avere una Pagina su Facebook è ancora efficace. Quello che si potrebbe fare è infatti provare a favorire in maniera organica tutti quei fattori che Facebook tiene in considerazione per far sì che questo aumenti.
Di seguito alcuni suggerimenti.
- Favorire le interazioni. Prima di tutto è bene puntare sulle interazioni. Avere infatti una Pagina con molti like non equivale affatto ad avere una buona Pagina, molto più utile puntare sulla cifra che tiene conto delle “persone che ne parlano”, indice appunto dell’interazione che un post genera. Stimolare l’interazione è possibile facendo ad esempio domande o dicendo qualcosa di provocatorio.
- Differenziare i propri post. Per favorire le interazioni occorre puntare, in linea di massima, sulla varietà e sulla creatività, per raggiungere target diversi di persone, e proporre ai fan della propria Pagina contenuti in linea con l’argomento trattato. Anche che non rimandino al proprio brand, anzi non essere troppo autoreferenziali e suddividere i contenuti tra propri e altrui nella giusta percentuale è fondamentale.
- Aumentare l’affinità con i propri contatti. Creare discussioni nelle quali coinvolgere quante più persone possibili in modo da generare affinità di contenuti tra la Pagina e si suoi seguaci, aumenta di sicuro la probabilità che il tipo di argomento che si vuole lanciare compaia sulle bacheche dei profili coinvolti.
- Calcolare il momento giusto per pubblicare. Si dovrebbe inoltre tener contro dei momenti maggiormente propizi per incontrare il proprio pubblico su Facebook, questo aumenta in maniera organica le probabilità che un post venga visto e possa generare quindi interazioni. Allo stesso modo però, per cercare di battere i propri competitor, potrebbe essere utile pubblicare invece in un momento della giornata in cui gli altri non pubblicano in modo da avere meno competizione. Il giusto equilibrio tra i due fattori è ovviamente il momento buono in cui pubblicare.
Luca Mainieri
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Brava! Contenuto utile e ben scritto, complimenti!!
Mi sarei aspettato qualche info in più magari appoggiata da statistiche etc… un aritoclo simile per instagram permetteva di avere la FINESTRA temporale ideale per postare, gli #hashtag da utilizzare etc… Articolo interessante, ma privo secondo me di quel PLUS che poteva veramente dare un grande valore aggiunto alla logica da adottare per promuoversi su FB. Comunque un buon lavoro.
Post utile per tenere sempre ben a mente le dinamiche che stanno dietro il Newsfeed di Facebook. Ahimé @Silvia sono convinto che oramai se non si investe almeno un pò sulla piattaforma di adv FB ADS i risultati organici tardano ad arrivare se non si ha dietro un’ottima strategia di social media marketing. Tu cosa ne pensi? In merito all’utilizzo degli # su FB trovi un riscontro positivo o li consideri come me poco utili rispetto alle funzionalità primarie su Instagram, Twitter e Pinterest?
Ciao Jonathan, ti ringrazio per esserti approcciato in maniera critica al mio post: i consigli e i punti di vista altrui sono sempre utili e graditi per quanto mi riguarda. L’intento del mio articolo non era tanto quello di spiegare come promuoversi su Facebook (anche se ovviamente è un concetto sottinteso), ma piuttosto quello di spiegare la logica sottesa al ‘funzionamento’ di Facebook, spiegando innanzitutto l’esistenza di tale meccanismo, e poi approfondendo i diversi aspetti che lo compongono. Forse hai ragione sulla mancanza di dati statistici, ma quello che a me premeva comunicare in questo lavoro erano i concetti base sul funzionamento della visibilità dei post, non tanto dare l’esito di un mio lavoro di ricerca al riguardo. Tuttavia, è un ottimo spunto quello che mi hai dato, anche riguardo il funzionamento di altri social. Non è escluso che in un prossimo articolo non possa approfondire l’argomento. Grazie ancora
Ciao Luca, hai indubbiamente ragione, investire nella pubblicità su Facebook dà indubbiamente risultati soddisfacenti. Tuttavia, come tu stesso hai aggiunto, una buona strategia di social media marketing è altrettanto fondamentale, quindi secondo me sono due elementi che devono andare di pari passo. Riguardo l’utilizzo degli hashtag su Facebook concordo, soprattutto rispetto ad altri social. L’unico caso in cui potrebbe rivelarsi utile aggiungerli è quando pagina Facebook e profilo Twitter sono collegati tra loro, e la prima pubblica in automatico sul secondo. Ma al contempo non credo sia una buona idea collegarli, dal momento che ogni social necessita di uno stile e di un linguaggio differente. Grazie per i tuoi spunti di riflessione
Hai colto esattamente il mio pensiero a riguardo.
Anche io penso che non sia una buona pratica fare cross-posting collegando le varie piattaforme sociali in quanto ognuna ha le sue dinamiche interne. Pur vero che esistono molti tool che facilitano questa pubblicazione di contenuti nei vari social, quindi qualche beneficio forse in termini di tempo può portarlo. Personalmente consiglio sempre di sviluppare un piano editoriale ad hoc per ciascun account.
Ciao Silvia, sono contento che hai accolto ciò che ho scritto perché credo che l’evoluzione di questo post possa veramente dare un bel valore aggiunto a chi cerca non solo di capire le logiche di funzionamento, ma voglia anche poter mettere in pratica qualche azione al fine di migliorare appunto la visibilità delle pagine etc… Buon lavoro 😉