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Aumentare la Qualità del Sito Web per Ridurre la Frequenza di Rimbalzo (Bounce Rate)

Luca Mainieri | Gennaio 17, 2014 | Tempo di lettura: 6 minuti

Definizione di frequenza di rimbalzo

In generale, la frequenza di rimbalzo è un indice espresso in formato percentuale che indica quanti utenti vanno oltre la prima pagina del sito.
Analiticamente la frequenza di rimbalzo di un sito è espressa come il rapporto tra il numero di visitatori che visitano una sola pagina del sito (per sessione di navigazione) rispetto al numero complessivo di visitatori.

Gli scenari possibili possono essere diversi:
– l’utente clicca il bottone indietro del browser e torna alla pagina precedente
– l’utente chiude il browser ed abbandona la navigazione
– l’utente digita un nuovo url nel browser
– l’utente rimane sulla pagina ma non fa niente (!)

Statistiche frequenza di rimbalzo

Ma la frequenza di rimbalzo è veramente un fattore negativo?

Tuttavia, in termini assoluti, leggendo il dato dei rimbalzi possiamo dedurre due cose:
o che l’utente non ha trovato quello che cercava e pertanto abbandona immediatamente la navigazione del sito, o che il contenuto del tuo sito è stato così azzeccato, che l’utente ha trovato immediatamente quello che cercava!

Beh, allora detto così non sembra poi un fattore così negativo. Immaginiamo ad esempio che un utente cerchi una definizione di un termine o il numero di telefono di un’azienda, effettui una ricerca e trovi una pagina che fornisce indicazioni in merito a quanto cercato (ad esempio la pagina contatti di un’azienda), apra la pagina, legga il contenuto e poi torni alle sue attività.

In questo caso possiamo considerare la frequenza di rimbalzo come un fattore negativo o positivo? Il sito ha raggiunto lo scopo? l’utente si può considerare soddisfatto dell’esperienza sul sito?

La frequenza di rimbalzo ed il SEO

La letteratura ci insegna che un basso bounce rate (frequenza di rimbalzo, …) potrebbe pregiudicare il nostro posizionamento sui motori di ricerca tuttavia ad oggi questo argomento è molto dibattuto sul web, in quanto è difficile giudicare l’user experience e la qualità di un sito da un dato così sintetico.
In questo senso Google sta facendo degli sforzi per capire, collegando la User Experience (dati di GA) alla tipologia di sito, se l’utente possa considerarsi effettivamente soddisfatto o meno della visita.

Se infatti ragioniamo un po’ possiamo vedere che alcune tipologie di pagine sono per definizione ad altissima frequenza di rimbalzo, ad esempio

– pagine contatto
– pagine di pagamento per gli store ecommerce
– pagine di supporto tecnico
– pagine di blog
– strumenti

Inoltre, con l’aumento dell’utilizzo di Ajax (ossia di tecnologie che consentono di aggiornare i contenuti della pagina senza abbandonarla o ricaricarla) questi fattori possono addirittura crescere.

Google Analytics Benchmark Averages per le frequenze di rimbalzo

Vediamo alcuni dati pubblicati da Google Analytics, confrontando le tipiche frequenze di rimbalzo per categorie di siti

70-98% Blogs e Notizie
70-90% Landing pages
40-60% Siti di Contenuto
30-50% Lead Generation Sites
20-40% Ecommerce
10-30% Siti di servizio

Perchè ridurre la frequenza di rimbalzo

Il ragionamento che faccio sempre è il seguente: a prescindere dalla tipologia di sito e dalla natura delle informazioni che stai pubblicando, conservare il più a lungo possibile l’attenzione del visitatore è sempre un fattore positivo! Anche se l’utente cercava semplicemente un numero di telefono, la nostra capacità, come webdesigner, deve essere quella di incuriosire ed agganciare l’attenzione dell’utente, cercando di spingerlo ad una navigazione più interattiva. Pertanto ritengo che lo sforzo di contenere e ridurre il fattore di rimbalzo sia sempre uno stimolo a fare meglio e migliorare il proprio sito.
Ecco allora una serie di considerazioni che possono aiutarvi a ridurre la frequenza di rimbalzo.

Alcuni fattori per ridurre la frequenza di rimbalzo

Ecco infine, un elenco di fattori da tenere in considerazione per ridurre la frequenza di rimbalzo.

1. Evita i pop-up: in genere infastidiscono l’utente web, disturbando la sua esperienza nel sito. Oggi come oggi oltretutto l’esperienza del popup sembra veramente anacronistica e legata ad un modo di fare web vecchio!

2. Fornisci una navigazione intuitiva: fai in modo che l’utente non si senta stupido (o peggio, pensi che tu lo sia) perchè non riesce a trovare facilmente quello che cerca nel tuo sito. La reazione più comune di fronte all’incapacità di trovare quello che si cerca è la frustrazione, ed è esattamente quello che si prova quando non si trova il contenuto che si sta cercando.

3. WebDesign: Il webdesign sia in termini di leggibilità che in termini di estetica ha acquisito una grande importanza. Un sito ‘brutto’ o che si fa fatica a legger oltre ad influenzare sempre maggiormente l’opinione dei visitatori sulla qualità (e sulla credibilità) dei servizi dell’ azienda incide negativamente sulla lunghezza della visita (perchè trattenersi a guardare qualcosa di brutto, quando basta cliccare back?)

4. Velocità del sito: un sito lento è il migliore repellente per qualsiasi utente web. Un sito che impiega molto tempo a caricare ha inoltre conseguenze negative anche sulla ricerca e sulle conversioni. Inoltre oggi moltissimi utenti navigano in mobilità quindi con connessioni e dispositivi meno performanti dei normali computer: non facciamoli attendere troppo!

5. Utilizza il web responsive design: un sito web responsive si adatta al dispositivo che lo sta visualizzando, garantendo a tutti gli utenti una facile navigazione e una migliore esperienza sul sito. Un sito più navigabile riduce sicuramente la frequenza di rimbalzo.

6. Gestisci al meglio le priorità: generalmente i siti ottengono una conversione con una landing page (in genere un breve tragitto che porta alla vendita del servizio) o tramite un percorso obiettivo di conversione (una serie più lunga di pagine che l’utente deve attraversare per ottenere la conversione). Ragioniamo sugli obiettivi e costruiamo dei percorsi che siano facili da raggiungere: accompagniamo i nostri utenti attraverso il sito!

7. Segmenta le informazioni: raggruppare i diversi contenuti in segmenti o categorie garantisce un traffico più attinente e mirato.

8. Non concentrarti solo sul SEO: caricare la tua pagina di parole chiave può aiutare il tuo sito ad ottenere un po’ di traffico, ma se l’utente raggiunge, attraverso una ricerca, il tuo sito, ricordati che si aspetta una risposta. Concentrati sui contenuti!

9. Utilizzo della pubblicità: la pubblicità nel proprio sito va gestita con oculatezza. Gli utenti web hanno sviluppato una sorta di cecità ad essa e Google ha cominciato a penalizzare i siti con troppe unità pubblicitarie. In particolare sono penalizzati i siti con unità multiple ripetute, predisposte a ospitare pubblicità esterna.

10. Lazy load e caricamento dei contenuti multimediali: è un particolare tipo di design del sito che permette di caricare i contenuti della pagina solo quando necessari. Il sito risulta molto più veloce e ottimizzato. Il nuovo sito di Repubblica, è un ottimo esempio in cui si può vedere come carichi le immagini mano mano che l’utente scrolla (scorre) verso il basso.

11. Contrasto: aiuta la lettura fornendo contenuti facilmente leggibili. Leggere sul web non è mai agevole ed inoltre le informazioni sono sempre di piu: scegli i colori e pattern in modo da accompagnare l’utente web attraverso il percorso che intende seguire e fornendo delle chiavi di facile lettura (ad esempio con dei codici colore per le categorie, o evidenziando i link con colori facili da leggere).

12. Nuovi visitatori: quando un nuovo utente arriva alla tua pagina hai solo pochi (e importantissimi) secondi per fornirgli una buona impressione. Una buona head (slogan) è un un ottimo modo per tradurre velocemente lo scopo del sito, i servizi offerti, le opportunità per l’utente.

13. Offri un contenuto pertinente ed usa l’internal linking: cerca di offrire un contenuto pertinente collegato attraverso le diverse pagine del sito e facilmente navigabile, fornendo agli utenti un percorso di approfondimento e la possibilità di scoprire nuove informazioni.

14. Elimina le distrazioni: audio e video, che partono automaticamente quando si arriva in una pagina, sono distrazioni per gli utenti web. Evitare questo tipo di contenuto non solo aiuta a migliorare la bounce rate, ma aumenta anche le conversioni.

15. Ricerca interna nel sito: la funzione di ricerca interna al sito è di fondamentale importanza, soprattutto se supportata con un adeguato sistema di monitoraggio e di analisi della stessa. Rendi il box di ricerca facile da trovare e da usare!

16. Link esterni: ricordati di mettere il target per i link esterni che aprono una nuova pagina o scheda, in modo da non interrompere la navigazione sul tuo sito. E’ facile, basta solo usare l’attributo target=”_blank”

17. Errore 404: capita spesso che alcuni contenuti non sia raggiungibili o vengano spostati. In questo caso è possibile incorrere in una pagina ‘404’ ossia ‘contenuto non trovato’: la pagina alla quale si è indirizzati quando c’è un errore interno al sito. Cerca di rendere questa pagina piacevole, fornendo un link alla funzione di ricerca o suggerimenti per riprendere la navigazione. Non male la funzione che permette di segnalare al webmaster questo problema di navigazione

18. Interpretabilità: fai in modo che i testi siano facilmente comprensibili ed evita caratteri (font) strani e poco usati. Magari il tuo sito non sarà il più originale del mondo, ma almeno è facile da leggere!

19. Dividi i contenuti: quando un testo o un contenuto è molto lungo conviene dividerlo in più sezioni o sotto pagine. Questo consente intanto agli utenti di passare a pagine successive per continuare a leggere, sfruttando al massimo l’intervallo di attenzione attiva.

20. Cura i contenuti questo è il consiglio più importante: cura la qualità dei tuoi contenuti e cerca di pubblicare testi pertinenti ed interessanti.

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