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Direttiva Copyright del Parlamento Europeo 2019/790: cosa cambia sui social?

Luca Mainieri | | Tempo di lettura: 4 minuti
Direttiva Europea Copyright Novità 2021

L’Italia è stata tra i primi paesi ad aver recepito la Direttiva Europea sul Copyright e ha ancora a disposizione qualche giorno per emanare i tanto attesi decreti attuativi che dovranno essere approvati entro il 7 giugno.

Sul web sono tanti i creator che si sono esposti sulla questione e altrettanti dibattiti sono emersi in merito al ruolo delle piattaforme ospitanti contenuti degli utenti (user generated content) che possano o meno violare il Diritto d’Autore. 

Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza su quanto stabilito dalla Direttiva Europea, risalente al 2019, e su come questa potrebbe prendere forma nell’odierno panorama legislativo italiano, focalizzandoci in particolar modo sui social.

Gli Obiettivi della Direttiva Europea 2019/790 sul Copyright

La Direttiva Europea 2019/790 si pone come obiettivo quello di tutelare il diritto d’autore in tutte le sue forme e di rafforzare la posizione di autori ed artisti nei confronti dei colossi del mondo web e digital.

Analizziamo insieme gli articoli 15 e 17 molto importanti in materia di tutela dei contenuti digitali e che ci lasciano tutti in fervente attesa dei provvedimenti attuativi e delle specifiche necessarie.

Art. 15 Direttiva Copyright 2019/790: Protezione delle pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo online

“1. Gli Stati membri riconoscono agli editori di giornali stabilito in uno Stato membro i diritti di cui all’articolo 2 (Diritto di riproduzione) e all’articolo 3 (Diritto di comunicazione di opere al pubblico), paragrafo 2, della direttiva 2001/29/CE per l’utilizzo online delle loro pubblicazioni di carattere giornalistico da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione.
 I diritti di cui al primo comma non si applicano agli utilizzi privati o non commerciali delle pubblicazioni di carattere giornalistico da parte di singoli utilizzatori.
 La protezione accordata a norma del primo comma non si applica ai collegamenti ipertestuali. 
I diritti di cui al primo comma non si applicano all’utilizzo di singole parole o di estratti molto brevi di pubblicazioni di carattere giornalistico.”

Con questo articolo è sicuramente ribadita la tutela degli editori con le relative limitazioni ma resta da analizzare bene cosa intenda il legislatore con “estratti molto brevi”: sarà previsto un limite massimo di parole? 

Pochissime parole a volte bastano a spiegare concetti fondamentali quindi forse sarà necessario prestare comunque attenzione al contenuto.

Art. 17 Direttiva Copyright 2019/790: Utilizzo di contenuti protetti da parte di Google e dei Social Network

Copyright Social Network Novità 2021

“1. Gli Stati membri dispongono che il prestatore di servizi di condivisione di contenuti online effettua un atto di comunicazione al pubblico o un atto di messa a disposizione del pubblico ai fini della presente direttiva quando concede l’accesso al pubblico a opere protette dal diritto d’autore o altri materiali protetti caricati dai suoi utenti. 
Un prestatore di servizi di condivisione di contenuti online deve pertanto ottenere un’autorizzazione dai titolari dei diritti di cui all’articolo 3, paragrafi 1 e 2, della direttiva 2001/29/CE, ad esempio mediante la conclusione di un accordo di licenza, al fine di comunicare al pubblico o rendere disponibili al pubblico opere o altri materiali.”

Con il termine “prestatore di servizi di condivisione di contenuti on line” si fa riferimento alle grandi piattaforme informatiche specializzate come Google, Facebook, Linkedin etc, le quali dovranno sottoscrivere un accordo con i titolari dei diritti, prevedendo anche una remunerazione, e saranno ritenute responsabili qualora un contenuto creativo protetto da copyright sia caricato senza una licenza, come da paragrafo 4:

“4. Qualora non sia concessa alcuna autorizzazione, i prestatori di servizi di condivisione di contenuti online sono responsabili per atti non autorizzati di comunicazione al pubblico, compresa la messa a disposizione del pubblico, di opere e altri materiali protetti dal diritto d’autore, a meno che non dimostrino di:
 a) aver compiuto i massimi sforzi per ottenere un’autorizzazione
 b) aver compiuto, secondo elevati standard di diligenza professionale di settore, i massimi sforzi per assicurare che non siano disponibili opere e altri materiali specifici per i quali abbiano ricevuto le informazioni pertinenti e necessarie dai titolari dei diritti; 
c) aver agito tempestivamente, dopo aver ricevuto una segnalazione sufficientemente motivata dai titolari dei diritti, per disabilitare l’accesso o rimuovere dai loro siti web le opere o altri materiali oggetto di segnalazione e aver compiuto i massimi sforzi per impedirne il caricamento in futuro conformemente alla lettera b). 

Questo articolo attribuisce una grande responsabilità in capo alle piattaforme, costrette ora a verificare la legalità del materiale che pubblicano e condividono, ma resta da definire quali siano le attività necessarie per ottenere lo scarico di responsabilità e cosa rientra nel termine “massimi sforzi”.

Art. 17: Meccanismi di reclamo

“Gli Stati membri dispongono che i prestatori di servizi di condivisione di contenuti online istituiscano un meccanismo di reclamo e ricorso celere ed efficace che sia disponibile agli utenti dei loro servizi in caso di controversie in merito alla disabilitazione dell’accesso a, o alla rimozione di, specifiche opere o altri materiali da essi caricati”

Tale articolo stabilisce, infine, che diverranno obbligatori anche meccanismi di reclamo, gestiti da persone e non da algoritmi, che consentiranno agli aventi diritto di presentare ricorso contro un’ingiusta cancellazione di un contenuto.

Diritto d’autore e pubblicazione di contenuti su Facebook

Al momento Facebook nella sezione “Normative e Segnalazioni” in merito alla violazione del diritto d’autore consiglia all’utente di farsi rilasciare un’autorizzazione scritta dell’autore dell’opera prima di pubblicare contenuti acquistando una licenza ma la direttiva capovolge tutto facendo cadere la responsabilità sulla piattaforma e non sul singolo.

Diritto d’autore e pubblicazione di contenuti su LinkedIn

LinkedIn, nella sua pagina dedicata al Diritto d’Autore, si dichiara a favore del rispetto del copyright asserendo che “il Contratto di licenza richiede che le informazioni pubblicate dagli Utenti siano esatte, legittime e non violino i diritti di terze parti.”

La piattaforma, in ottemperanza a quanto espresso nel sopracitato Articolo 17, mette inoltre a disposizione degli utenti che ritengano di aver subito una violazione del copyright un modulo apposito per i reclami. A seguito del reclamo, l’utente violante del diritto d’autore sarà avvisato via notifica ed eventualmente il suo contenuto verrà rimosso. In casi estremi, LinkedIn dichiara che potrebbe procedere alla rimozione o disabilitazione degli account o dei gruppi che abbiano leso il diritto d’autore.

Conclusioni

Come si evolverà il mondo dei contenuti digitali?

Difficile dare una risposta a questa domanda, ma sicuramente la tutela dei contenuti nel mondo digitale si rende sempre più necessaria e fondamentale, soprattutto dopo la pandemia che ha fatto crescere in modo esponenziale il numero di fruitori del web.

Tante sono le domande alle quali dovrà dare una risposta il legislatore italiano e noi non possiamo fare altro che aspettare l’evolversi della situazione e in che modo di adegueranno le grandi piattaforme web.

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